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Cento e trenta anni più tardi, la carta non è solo oggetto di commercio locale, ma esportazione: nel 1380 una nave diretta a Ecluse (Sluys in Zelanda, nei Paesi Bassi) carica di zenzero, di fiori d'arancio, di zucchero, frutta secca, riso, zolfo, salnitro e carta per scrivere (viginti et duas balas paperi scrivibilis), spedita da Giovanni di Negro, Giovanni Ferrari, Pietro Spinola, e Batista Lomellino, della società Gentile e D'Oria, fu catturata dagli inglesi, reclamata a Londra e resa sotto la cauzione di Gustavo Pinello, mercante genovese (1).

Infine un documento del 1424 riporta il nome di un fabbricante di carta e del luogo dove si era stabilito. Questo documento è una richiesta alla signoria di Genova, da parte di Grazioso Damiani di Fabriano, mastro cartaio, per ottenere un privilegio per l'acquisto dei vecchi cordami nella città. Nella supplica Damiani ricorda che per otto anni (quindi dal 1406) ha esercitato il suo mestiere, prima a San Pier d'Arena (2), poi a Voltri (3), e che mai prima di lui, vi furono cartai in queste località. Inoltre espone le difficoltà che incontra nel suo lavoro, la maggiore delle quali è la scarsità di alcuni materiali, come i cordami, che è spesso costretto ad acquistare a caro prezzo. Per questo motivo il Boucicaut, allora governatore di Genova, aveva concesso a Damiani l'esclusiva su cordami genovesi. Il Damiani supplica quindi il Consiglio di rinnovare questo beneficio, almeno per altri cinque anni (4).

A seguito di questa richiesta il 12 aprile 1424 <<l'illustre e magnifico signor governatore (5) di Genova per conto del Duca [di Milano] e il venerabile Consiglio degli Anziani, riunito in numero legale, considerando che sia di interesse pubblico che l'arte del fabbricare la carta si diffonda nel distretto di Genova, approvano la supplica del detto Grazioso, e stabiliscono che per un periodo di cinque anni non sia permesso ad alcuno di far uscire da Genova i cordami della città, salvo al Grazioso, al solo scopo di esercitare il suddetto mestiere; ordinano inoltre che i vice-governatori, presenti e futuri, siano inflessibili nell'esecuzione di questo decreto>>.

Da questo importante documento risulta che Grazioso Damiani, originario di Fabriano, città dove si fabbricava ottima carta già dall'inizio del XIII.° secolo, si stabilì verso il 1406, prima a San Pier D'Arena , poi a Voltri (dove l'acqua è più abbondante, più pura e costante nell'arco dell'anno); in queste località installò la prima e unica cartiera. Questo fatto, di cui non si può dubitare, spiegherebbe quanto detto sopra, e cioè la discontinuità delle filigrane che si riscontra nelle carte di Genova fino all'inizio del XV.° secolo.

Dalla constatazione che Damiani impiantò a San Pier D'Arena e a Voltri le prime cartiere, non si può dedurre che non vi fossero state precedentemente delle cartiere nei dintorni di Genova, ma solo che non se ne conservava più memoria all'epoca in cui questo maestro venne da Fabriano a stabilirsi nel territorio della Repubblica. In effetti gli attrezzi di queste prime cartiere sono molto semplici, e ci sono noti numerosi esempi di cartiere abbandonate dopo un breve periodo di attività.

(1) Rymer, Foedera ad ann. 1380.
(2) Situato a 4 km. da Genova.
(3) Situato a 31 km. da Genova.
(4) Questa supplica fa parte di una filza dell'Archivio di Stato di Genova intitolata Artium, ann. dal 1424 al 1784.
(5) Il generale Francesco Bussone, conte di Carmagnola.