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Lasciamo da parte questa questione, che verrà meglio chiarita qualora si trovino nuovi documenti. Un fatto resta incontestabile: il grande sviluppo della fabbricazione della carta a partire dalla seconda metà del XV.° secolo, fatto da attribuirsi senz'altro alla scoperta e ai progressi tecnici della stampa.

Una sentenza resa il 17 dicembre 1438, parla di 140 balle di carta vendute da Martino Buscio di Varazze, di cui 80 ad Ansaldo D'Oria e 60 a Raffaele Lercari e soci (1). Sembra quindi probabile che a Varazze vi fosse una cartiera nel 1438. Un altro documento, sul quale torneremo oltre, che riguarda un processo del 1450 tra la corporazione degli stracciaiuoli (pezarii) e due cartai di Genova, Basile Acinelli e Giovanni Mangiavacca, fa riferimento al plurale ai fabbricanti di carta. Nella stessa Voltri Grazioso Damiani e i suoi successori non furono più i soli a fabbricare carta: come vedremo tra breve altre cartiere si stabilirono nella zona.

Tuttavia questo sviluppo, in un epoca e in un paese dove tutto era regolamentato, avvenne con numerose difficoltà, di cui si trovano tracce nelle successive modifiche apportate alle regole degli scribi e dei cartai.

Abbiamo visto il maresciallo de Boucicaut (governatore della città per il Re di Francia dal 1401 al 1409) concedere al Damiani, e poi il governatore per conto del Duca di Milano nel 1424 confermare, un privilegio per la raccolta dei vecchi cordami della città di Genova. Non ci è dato di sapere quanto durò questo privilegio; sappiamo però che nel 1446 non esisteva più, visto che un regolamento di quell'anno, che noi conosciamo solo in parte, attraverso le aggiunte fattevi nel 1450, stabilisce che: <<chiunque non appartiene al detto mestiere (stracciaiuolo e cartaio) non possa vendere vecchie stoffe o vecchi cordami. Che nessuno estraneo a questo mestiere possa, nella città di Genova, comprare delle vecchie stoffe e dei vecchi cordami per poi rivenderli, sotto la pena di un'ammenda di quattro fiorini per ogni contravveniente e per ogni volta, ammenda da destinare per metà alla detta arte e per metà ai lavori del porto e del molo>> (2).

(1) Fazio, Varazze e il suo distretto, p. 116 . Una copia antica di questo atto è conservata dalla famiglia Fazio a Varazze, in una filza intitolata Raccolta degli atti civili, n.° 16.
(2) Archivio di Stato di Genova, filza citata.