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Definita questa questione non si trovano più per molti anni documenti riguardanti i cartai; il Consiglio interniene invece negli affari dei fabbricanti di carta. La loro attività si era estesa fino a Quiliano (1), vicino a Savona, e a Loano, pur restando concentrata intorno a Voltri. I cartai di Voltri stavano addirittura iniziando ad emigrare negli stati vicini, con grave danno dei commerci di Genova. Nel 1464 un Genovese, Luigi De Franchi-Sacco, si era stabilito a Coni, ed aveva ottenuto dal duca di Savoia il terreno per fondare la cartiera e l'uso come filigrana delle insegne dei Giustiniani (2). Nel 1511 la Signoria venne a sapere che tre cartai, Benedetto murato, Simone Nisardo e Nicola Maniti detto Bocho, insieme ad altri loro colleghi, progettavano di cessare la loro attività a Voltri per andare a stabilirsi in Calabria o in altri loughi. Immediatamente (2 dicembre) venne dato l'ordine al capitano di Voltri di arrestare i colpevoli e di non rilasciarli che dietro il loro impegno a non lasciare il territorio della Repubblica, impegno garantito da una cauzione (3). Siccome questa interdizione non era perfettamente legale, il 30 aprile 1520 viene emanato un decreto che vieta di esportare l'arte della fabbricazione della carta, ed anche gli strumenti necessari a fabbricarla (4). Questo decreto viene rinnovato il 23 dicembre 1550, il 20 febbraio 1593 e il 1 ottobre1615 (5).

Queste misure non erano pero' di grande efficacia: i maestri erano segretamente incoraggiati ad andare a stabilirsi in Francia, Spagna e Italia, e anche se resistevano a queste sollecitazioni, non altrettanto facevano i loro lavoranti. Si segnala un cartaio di Voltri, Gian Batista Fravega, per aver installato una cartiera nel 1625 a Segovia, vicino a Madrid (6). Una supplica del 9 agosto 1730, menziona un tal Gian Giacomo Bonicelli, di Voltri, che aveva istallato a Grenada due cartiere, e che si apprestava ad aprirne altre (7).

A Colle, centro della rinomata produzione toscana, i Chartreux fecero venire, alla metà del XVII.° secolo, degli artigiani di Voltri, per stabilire a Spugna (uno dei sobborghi della città) una cartiera alla genovese. Questa cartiera dette origine a una lunga disputa con i cartai fabrianesi, stabilitisi a Colle ormai da secoli, che si concluse a favore dei Chartreux solo nel 1667 (8).

Gli atti notarili di Marsiglia (9) testimoniano la costante presenza di maestri e lavoranti genovesi nelle cartiere provenzali; nel 1620 si trova notizia di Antoine Ripaille (atti di M.e L. Martinet); nel 1622 Antoine Camoiran (atti di M.e L. Motet); nel 1627 Guillaume Camoiran, figlio di Bernard (atti di M.e L. Motet); nel 1630 Antoine Fasson, Giovanni e Nicola Dondo (atti di M.e L. Martinet), tutti originari di Voltri. Un accordo stipulato il 4 febbraio 1634 (atti di M.e L. Martinet) per fissare i salari degli operai (data la forte concorrenza i salari erano in continuo aumento), elenca le sei cartiere esistenti nei territori di Aubagne, Roquevarie e Marsiglia, dirette da sei maestri cartai, tutti <<originaires de Oultry, en riviere de Genes>>; vengono riportati anche i nomi dei cartai: Giovanni Dondo, Antoine Fasson, Jean-Baptiste Paradon, Marc-Antoine Camoyran, Angelin Carbon e Nicolas Dondo. Nel 1635 Sébastien Pignon, mastro cartaio <<originaire d'Outtry, en riviere de Genes>>, affitta la cartiera del consigliere Antoine de Bousset (atti di M.e L. Martinet). Segnalamo inoltre nel 1643 Philippe Chausson, <<originaire de Loano, en riviere de Genes>> (stesso notaio), e nel 1648 André Sibelly, maestro cartaio <<du lieu d'Outtry, en riviere de Genes>> (stesso notaio).

(1) Si segnala una cartiera in questa località a partire dal 1549 e a Loano dal 1590.
(2) Vernazza, Osservazioni tipografiche sopra i libri impressi in Piemonte, nel secolo XV, Bassano 1807, p.47.
(3) Archivio di Stato di Genova, diversorum Communis Januae, a. 1511-1514, n.° 183.
(4) Questo decreto è ricordato nel preambolo di quello del 1615.
(5) Archivio di Stato di Genova, Artium.
(6) Ibid.
(7) Ibid.
(8) Storia di Colle Val d'Elsa, Firenze, 1859, p.39 e segg.
(9) Dobbiamo la segnalazione di questi documenti al Sig. C. Causan, sotto-archivista dipartimentale del Palazzo di Giustizia di Aix en Provence.