Accanto a numerosi siti secondari, come Colle (1) in Toscana, Treviso (2) e Padova (3) in Veneto, Pinerolo (4) e Casella (5) in Piemonte (6), la fabbricazione della carta nella penisola ebbe subito tre centri principali(7): Fabriano (8), nella Marca di Ancona; le rive del Lago di Garda nello stato di Venezia (9); la Liguria.
(1) Secondo Stelluti, la carta sarebbe stata inventata
a Fabriano nel 990 (!!) da Maratta e Morezzo, padre e figlio; i Morezzi
avrebbero introdotto questa nuova industria a Colle, nel XII.° secolo,
stabilendo una fabbrica di carta nel sobborgo di Spugna, sulla riva dell'Elsa.
L'unica notizia certa è che il 6 marzo 1377, il comune di Colle
diede in affitto per vent'anni a Michele di Cola una caduta d'acqua con
acquedotto; tutti gli strumenti per la fabbricazione della carta erano
precedentemente appatenuti a Bartolomeo d'Angiolo.
(2) Tiraboschi (Storia della letteratura italiana, Modena 1772-1781,
tomo V, p. 76-78) attribusce a Treviso la gloria di avere sostituito nella
fabbricazione della carta gli stracci di tela a quelli di cotone. Il miglioramento
sarebbe dovuto a tal Pace, di Fabriano. Un decreto del Senato di Venezia
del 19 agosto 1366 accordò alle cartiere di Treviso un privilegio
per la raccolta degli stracci.
(3) Si data l'introduzione di cartiere a Padova nel 1340. Gloria (Compendio
di paleografia e diplomatica, Padova, 1870, p. 377 e note) menziona
due atti notarili del 1376, dove si tratta di un certo maestro Francesco
dalle carte q. ser Prasente da Fabriano. Vicino a Padova, Battaglia
ebbe molto presto una cartiera, che godeva del privilegio di raccolta degli
stracci a Venezia e nel territorio.
(4) Cibrario (Economia politica del medio evo) menziona, nel
1381, tra i prezzi pagati per alcuni articoli, la carta di Pinerolo. Il
più antico atto notarile di cui noi siamo a conoscenza, relativo
alle cartiere di questa località, è l'autorizzazione, concessa
il 5 maggio 1447, dal duca di Savoia a Tommaso de Canapicio, residente
a Pinerolo, per usare una corona come marchio sulla sua carta (Archivi
di Torino, minute del notaio Stefano Laborier). Citiamo più
avanti (n° 64, Guanto), un privilegio analogo, concesso nel 1473, a un
altro cartaio di Pinerolo, Antonio Malamini.
(5) Casella, sullo Stura, vicino a Torino, ebbe molto presto numerose
cartiere, e ne possiede tuttora. Secondo il Vernazza (Osservazioni tipografiche,
Bassano, 1807, p. 75), tali cartiere sarebbero anteriori al 1377. Di questa
località erano originari i fratelli Antonio e Michele Galliziani,
che svilupparono a Basilea, verso il 1453, l'industria della carta, già
esercitata in quella città da Heinrich Halbysen.
(6) Oltre a quelle di Pinerolo e Casella, il Piemonte aveva nel XV.°
secolo numerose cartiere, di cui tre a Savigliano (Berlan, Introduzione
della stampa a Savigliano, Saluzzo ed Asti, Torino, 1887, p. 29); due
a Mondovì, e precisamente una a Borgato, anteriore al 1440, e una
a Margarita, mentionata in un atto del 1456 (Vernazza, op. cit., p. 72);
una a Coni, anteriore al 1465; e una infine, situata vicino a Torino, che
era stata concessa il 5 dicembre 1466, dal duca di savoia, a Odino de Piccolopasso,
di Pinerolo. Questa cartiera doveva avere quattro ruote ed essere sotto
i mulini, e a metà dell'acqua che scendeva dai detti mulini di Torino
(Archivi di Torino, Conti del Tesoro, gen., vol. 112, f.
54).
Un editto di Carlo Emanuele, in data 18 maggio 1613, fissa la divisione
degli stracci raccolti nelle sue province tra le cartiere esistenti a quella
data, e determina la somma che ciascuna di esse deve pagare al fisco per
l'esercizio di questo diritto. Vi si legge che in quella data vi erano
a Casella 5 cartiere che alimentavano 8 vasche e 2/3
(una vasca forniva normalmente 70 chili di carta al giorno, o 200 balle
di 10 risme all'anno. Quando si parla di un terzo o di metà vasca,
si intende che la cartiera, generalmente per penuria di acqua, non poteva
lavorare che metà o un terzo dell'anno); a Coni 3 (6 vasche); a
Beinette, vicino a Coni, 3 (2 vasche); a Margarita, vicino a Mondovì,
1 (2 vasche); a Bagnasco 1 (1 vasca e 1/2);
a Pinerolo 4 (6 vasche); a Biella 1 (1vasca e 1/2);
a Ivrea 2 (1 vasca e 1/2); a
Nizza 4. In totale 24 cartiere.
(7) Tra le più antiche cartiere italiane bisogna anche citare:
(8) Le cartiere di questa città sono anteriori
al 1276. Numerosi documenti notarili, tra il 1320 e il 1321, ci fanno conoscere
i nomi di 22 cartai fabrianesi, testimonianza incontestabile dell'importanza
di un'industria che, più tardi, portò ad aggiungere alle
insegne della città il motto seguente: Faber in amne cudit cartam
olim undique fudit (Zonghi, op. cit. p. 29-34)
(9) Il numero di cartai nello Stato di Venezia (non contando quelli
di Bergamo) era, nel 1725, di 84, di cui 34 sul Lago di Garda (30, con
38 vasche e 1/2, a Salò,
e 4, con 5 vasche, a Limone). Il Vicentino ne contava 15 (con 27 vasche);
il Trevisano 15 (con 24 vasche); il Friuli 7 (con 15 vasche); il Padovano
3 (con 10 vasche); le altre provincie 10 (con 13 vasche). (in Tessier,
Alcuni documenti dei magistrati della Repubblica Veneta, in materia
di seta, carta e vini, Venezia, 1886, p. 66 e seg.). Non siamo riusciti
a sapere a quale epoca rimontino gli stabilimenti del Lago di Garda; quanto
a quelli del Friuli, M. V. Joppi (L'arte della stampa in Friuli,
in Atti dell'Accademia di Udine, serie II, vol. III) ci informa
della presenza a Cividale di una cartiera, diretta da tali Prosperino e
Giacomo da Bologna. Un'altra esisteva, nel 1349, a Venzone; una terza,
nel 1351, a Udine.